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24 febbraio 2023: un anno di guerra...

Il laboratorio del fisico Kseniia Minakova è stato distrutto dopo che un missile russo ha colpito l'Istituto Politecnico di Kharkiv dell'Università Tecnica Nazionale. Credito: Mykhailo Kirichenko
È passato un anno dall'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione russa.
Recentemente la rivista Nature » ha dedicato degli articoli ad alcuni ricercatori e ricercatrici che fra mille difficoltà sono rimasti a lavorare in Ucraina, nonostante molti dei laboratori siano stati distrutti dai bombardamenti. Dei circa 60mila ricercatori ucraini solo il 10% ha lasciato il paese, gli altri continuano a lavorare nonostante le difficoltà, alcuni si sono arruolati e hanno perso la vita nei combattimenti. La fisica Kseniia Minakova è tra quelli rimasti, lavora sui pannelli solari ad alta efficienza ed è qui sopra ritratta fra le rovine del laboratorio dell'Università tecnica di Kharkiv che ora grazie agli aiuti e il lavoro dei colleghi cerca di ricostruire.

Circa il 27% (91) dei 334 istituti di ricerca e istruzione superiore dell'Ucraina ha subito danni di guerra; 4 istituti sono stati completamente distrutti e 228 sono finora illesi. Sia il rinomato Istituto di fisica e tecnologia di Kharkiv che il più grande radiotelescopio al mondo con lunghezza d'onda decametrica, presso l'Istituto di radioastronomia di Kharkiv, sono stati gravemente danneggiati. Sebbene molti uomini di età compresa tra 18 e 60 anni siano arruolati, la ricerca scientifica è considerata un'occupazione essenziale in tempo di guerra. Molti ricercatori, infatti, uomini e donne, rimangono in carica, spesso lavorando a distanza in zone più sicure del Paese.

Botanical Gardens Conservation International (BGCI », soggetto internazionale presso il quale è accreditato anche il Giardino Botanico di Oropa) ha istituito il Disaster Recovery Fund e ha lanciato nel 2022 l'"Ukraine Botanic Garden Appeal" per sostenere gli orti botanici colpiti dal conflitto, concentrandosi per il momento sul sostegno alla comunità ucraina degli Orti Botanici.

Qualche settimana fa, BGCI ha annunciato che grazie alla generosità di molte persone, giardini botanici e partner, tra cui una donazione paritaria del Giardino botanico di Atlanta e il supporto di oltre 50 giardini in tutto il mondo, sono stati raccolti olte 75.000 dollari.
I fondi sono stati utilizzati principalmente per la fidelizzazione del personale e il coinvolgimento del pubblico in generale. Durante questo periodo sono stati supportati 140 dipendenti dei giardini. Con l'avvicinarsi dell'inverno e le interruzioni di energia elettrica diventavano più frequenti, i fondi sono utilizzati principalmente per il mantenimento delle collezioni, al riscaldamento delle serre e all'educazione ambientale, tuttavia il clima e l'intensità della guerra rendono tutto più difficile.

Gli Orti botanici ucraini sostenuti dalle donazioni hanno svolto un ruolo cruciale nel fornire uno spazio di tregua e riposo agli sfollati interni, in particolare a quelli traumatizzati come donne e bambini. Il personale degli orti hanno potuto così dedicarsi alle collezioni, ai programmi educativi, alle attività innovative facendo uno sforzo incredibile durante la guerra.

Rino Falcone (senior researcher nel gruppo di Intelligenza Artificiale presso l'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR-ISTC-CNR) un anno fa, in occasione della pubblicazione dell'appello degli scienziati russi contro la guerra di aggressione, su Left ha spiegato bene come la questione scientifica sia fondamentale in questo e negli altri conflitti. "Intanto è sorprendente scoprire che le guerre siano ancora uno strumento utilizzabile per risolvere i conflitti tra nazioni civilizzate. Non si tratta di ignorare che la violenza resti un problema drammatico anche nel nostro tempo, né che il mercato delle armi rappresenti un fattore assai rilevante per l'economia di molti paesi. Ciò che sembrava essersi esaurito nello sviluppo civile era che l'Istituzione massima di una comunità potesse decidere di assumere la guerra (per attaccare o difendersi) contro altri Stati come strumento di risoluzione dei conflitti. Che l'apparato articolato e complesso di infrastrutturazione degli aspetti di civiltà, messo in campo da decenni di sviluppo pacifico ed esplicitato anche dalla logica della deterrenza, potesse saltare di colpo e farci ricadere nella peggiore delle situazioni di rischio belligerante.
Gli scienziati rappresentano da sempre un modello degli aspetti più avanzati della cooperazione e dell'integrazione delle culture. Essendo il loro fine l'accrescimento della conoscenza, risulta a loro fondamentale riconoscere l'utilità degli svariati contributi, del confronto tra metodi e contenuti. Da dovunque e chiunque vengano resi. Anche per questo le giuste azioni di isolamento verso la Russia dovrebbero rispettare questa zona franca (l'ambito scientifico) per far in modo che questo canale trasversale di comunicazione e collaborazione continui ad operare verso quanti, oggi perseguiti all'interno, possano non sentirsi abbandonati anche dai loro colleghi internazionali.
"

Se gli uomini fossero in grado di ispirarsi, tutti, ai principi del pensiero scientifico (Robert Merton ne definisce quattro: universalismo, scetticismo organizzato, comunitarismo e disinteresse) in tutte le loro attività, probabilmente le cose andrebbero diversamente...