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Primavera... presto la riapertura del Giardino

Non ho memoria di quando ho cominciato a pensarlo, ma per me la primavera inizia se, guardando dalla finestra di casa mia, sulle colline si vedono i primi ciliegi in fioritura. Dev'essere da un bel pezzo, stanti le fotografie, diapositive e immagini digitali che posseggo: appena riesco, agguanto la macchina fotografica e cerco di ritrarre quel paesaggio che, evidentemente, esiste solo per me nella mia testa.
Mai fotografia mi ha soddisfatto e anche quest'anno pochi giorni fa, abbracciando con lo sguardo i boschi ancora spogli ma già trapuntati di macchie, nuvole e sgorbi bianchi, ho nuovamente puntato l'obiettivo, ma non ho potuto far altro che constatare un nuovo, scontato e poco inaspettato fallimento. O forse dipende solamente dal fatto che, come fotografo, sono una vera schiappa...
Non so se capita ad altri, ma in questo periodo risuono molto con lo "Hanami", l'evento di primavera che in Giappone celebra la fioritura dei ciliegi. "Hana" significa appunto "fiore", e "mi" "guardare", ma quando in Giappone si dice che si va a "guardare i fiori" si intende che siano quelli di ciliegio e non altri.
Il ciliegio è albero sacro per i nipponici, che loro chiamano affettuosamente "Sakura" e di cui hanno ricoperto le falde del monte Yoshino, poco distante da Tokio. Ne piantano centinaia di migliaia lungo viali, nei parchi e nei giardini imperiali. Molti sono ciliegi selvatici, ma la maggior parte sono varietà orticole da fiore. La fioritura è spettacolare , ma dura poco più di una settimana. Ogni fiore è perfetto, ma effimero ed è per questo motivo che il fiore e l'albero di ciliegio hanno preso a simboleggiare la Perfezione, la Virtù, la Cortesia, ma anche la fragilità della Bellezza e della Vita. Non vedo l'ora di godermi la fioritura e l'interessante corteccia che contraddistingue il Ciliegio del Tibet (Prunus serrula) messo a dimora nel Giardino Botanico l'anno passato, un dono dei Vivai Florama e dell'amico Gabriele.
Contemporaneamente, con i ciliegi e la primavera sentiamo sempre di più il ticchettio (avete presente Capitan Uncino della favola di Peter Pan e la sua ossessione per il tempo che scorre?) di una bomba a orologeria: l'avvio della stagione vegetativa è veramente esplosivo e noi, al Giardino, cerchiamo di tamponare le falle organizzative che via via si formano: credi sempre di essere preparato ma poi succede un piccolo guaio e tutto sembra saltare per aria...
Ce la faremo, senz'altro, come da più di vent'anni ormai, anche in questa primavera secca come mai (a proposito, avete notato anche voi come il problema della siccità non salga più di tanto agli onori delle cronache? Per l'aumento del costo del gas i Governi hanno smosso mari e monti e invece per l'acqua...).
Sabato 29 aprile riapriamo il Giardino Botanico di Oropa, anche quest'anno senza la certezza del futuro, condizione nella quale ormai da un po' di tempo ci capita di essere. Noi però sappiamo che ci siete voi, i nostri sostenitori (in molti casi generosissimi) che ci supportate e seguite nel nostro cammino. A questi ultimi, a tutti quelli che ci hanno visitato, a quanti quest'anno verranno per la prima volta, auguriamo (a tutte e tutti, uno per uno) una serena Pasqua e per farlo scegliamo un fiore amatissimo che anche noi teniamo nel cuore: il pasque flower o pulsatilla, descritto per la prima volta dal botanico inglese Miller nel 1754.
Auguri,
Fabrizio Bottelli
Direttore del Giardino Botanico di Oropa